Il Natale è alle porte. Non c'è scampo. Il suo spirito ci accompagnerà spietatamente fino al fatidico giorno della Befana. A questo contraddittorio marasma emozionale che aleggia nell'aria i pescaresi Levis Hostel (senza considerare l'Ep di prova "A Minor Quarrel") dedicano ironicamente persino il loro album d'esordio, "Star Bell Jar – The Spirit of Christmas won't set me free till next summer".
Un debutto semiconvincente, a corrente alternata, che già dai primi scampoli melodici rivela candidamente l'identità musicale della band, devota ad un indie-pop coltamente disimpegnato e lunatico che su più versanti combacia quasi ermeticamente con la spensieratezza onirico/fanciullesca degli Stars di Torquil Campbell & Amy Millan.
Alla fine dei conti - nonostante una registrazione piuttosto dispersiva - gli agrodolci impasti vocali, gli amplessi melodici tra '60s e '70s, l'aroma fruttato degli archi e le prolungate sorsate di psichedelia giocherellona colpiscono il bersaglio, senza però far centro.
"Loony bin" è un antibiotico musicale, "You're so much better than the rest" è una gran bella canzone, "Me and the diver" un sublime acquerello, "Here" dei Pavement una degna conclusione ma tutto il resto si disperde piacevolmente (e rapidamente) nell'aria come profumo di zucchero filato in un giorno di luna-park.
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