Atterraggio Alieno
La piena 2010 -

La piena

Non è facile giudicare questo primo lavoro di Francesco Falorni, giovane cantautore fiorentino che si nasconde dietro il nome di Atterraggio Alieno. Non è facile ad esempio restare indifferenti davanti alla bellezza di "Io e te nella merda fino al collo", splendido pezzo di apertura che dietro l'andamento monotono e annoiante nasconde la grazia leggera di un fiore inatteso. Non è facile lasciarsi passare sotto mano le belle capacità espressive di questo ragazzo, quando si cimenta in piccoli squarci poetici e giochi di parole (se ti sussura disilluso «io non ho mai vissuto, ma qualche volta sono morto»). Non è facile non cogliere quanto di buono ci sia in questo piccolo esordio. E tuttavia, è difficile restarne veramente affascinati.

"La piena" è infatti un lavoro lento da assimilare, a tratti discontinuo, di cui si colgono i frutti solo con la pazienza di ripetuti ascolti, riuscendo pian piano ad apprezzare anche i momenti più cupi e dispersivi nelle lente ballate intimistiche di canzoni come "Un corpo". Quello che invece sembra più difficile da digerire, è piuttosto la grande abbondanza di citazioni presenti in questo lavoro che, soprattutto nella sua seconda parte, raramente si affida al personale preferendo piuttosto ispirarsi fin troppo palesemente a formule cantautorali contemporanee ormai ben collaudate. In particolare è fastidiosamente forte la presenza di Vasco Brondi in "Per ammazzare il tempo". Inoltre, prescindendo dalla poesia di autori come Elliot Smith e i vari immancabili riferimenti per questa nuova generazione di bedroom songwriters, è inevitabile il rimando a Sam Beam (Iron & Wine) in "La terapia del nulla", mentre Sufjan Stevens è ben reinterpretato in "To be alone with you". Infine Moltheni, forse il riferimento italiano più evidente, nelle scelte melodiche scarne e introspettive.

Quello che esce fuori è insomma un esordio a metà, a tratti splendido se si considerano i momenti più personali del fiorentino: canzoni come la citata "Io e te nella merda fino al collo" si fanno apprezzare per capacità melodiche e letterarie che farebbero di Francesco Falorni un giovane cantautore sicuramente da tenere d'occhio. E tuttavia disturba la sensazione che questo disco finisca con l'essere in troppe occasioni una abbuffata di citazioni, legittime, ma che usate in questo questo modo rischiano di soffocare le capacità di Atterraggio Alieno. Capacità che ci sono. Sono tante. Sono belle. Basterebbe crederci davvero.

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