Trabant
Trabant 2010 - Punk-funk

Trabant

Galeotto fu il MI AMI 2008. Che trasformò in amore folle la semplice cotta nata ballando "Waste of time" e ascoltando incessantemente quel debutto sprint che è stato "Music for losers". La perfomance live servì a confermare la loro bravura e capacità di essere efficaci quanto il disco, e di riuscire a far saltare, divertire e sudare veramente con gusto. Come un brillante dj che spacca on the dance floor. E a distanza di 3 anni i Trabant non deludono e rinforzano il legame. Con me, e penso anche con tantissimi aficionados e no. La voglia di ballare non manca, come precisa la chica latina che dà il via alle danze trabantiane.

La musica da party e cocktail si ritaglia, in questo secondo lavoro, momenti più lenti e meno scatenati, più curati e ornati nei contenuti e nei suoni. Con un assortimento di pezzi, non più catalogabili in un solo genere e dalle melodie adesive. L'apertura dance'n'roll di "Sofa", con percussioni e ritmi sudamericani mescolati a spinte digitali, e la successiva ed esaltante "Ah oh aficionados", in modalità punk-funk, non smentiscono la carica elettrica e senza freni, la spensieratezza e l'allegria di questa giovane band triestina. Che si rivela più matura e riflessiva, più intuitiva e esploratrice di nuove sonorità, con una vena compositiva più complessa e dagli arrangiamenti preziosi.

I Trabant svuotano dal sacco pezzi pop dai colori fluo con memorie eighties, sperimentazioni, assaggi di vocoder, incursioni stravaganti di videogame. A marcare nettamente il sound una voce inconfondibile, l'ironia dei testi, le schitarrate schizofreniche, il basso adulante, synth e tastiere a palla. Sempre presente la tendenza disco e l'attitudine punk. Proprio in questi grandi serbatoi catturano le migliori idee per creare una propria distinta identità. E dopo la fase tirata e scattante di "So proud", la scanzonata leggerezza di "As a weekend" attenua l'esplosione iniziale che si sviluppa ancora nei passaggi seguenti ad alto tasso deflagrante: "Hostile commando DIY", tra manopole sintetiche e profumi latini sul finale, "Social weapon" inzuppata in una melodia abbordante molto british; qui qualche accenno ai Q and not U, ma senza voler forzare gli accostamenti. Nel fascino conturbante di "Madamoiselle PMD" rivivono nostalgicamente gli anni 80 e l'elettronica retrò, per poi passare alla freschezza catchy dei Phoenix che fa capolino in "Less is less" e in "Sick&tired". C'è ancora posto per altri pezzi, fino a "Scorpio vs Gemini" che ci lascia in un ambiente minimal e intimista, dai battiti dubstep.

Un ottimo e godibile rientro. Danzereccio e con stile.

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