THE ADMIRAL FREEBIRD
HOTEL MOUINA 2009 - Sperimentale, Psichedelia, Alternativo

HOTEL MOUINA

"Hotel Mouina”, ovvero caos non organizzato.

Amano Jack Kerouac e la beat generation. Sul loro profilo Facebook appare una foto di André Breton e del gruppo surrealista. Ma dal repertorio degli Admiral Freebird sgorga tutto tranne il bebop. E non c’è traccia di esperimenti linguistici legati alla scrittura automatica. Più semplicemente, la band milanese interpreta un pop-rock sguaiato, messo su non si sa come, frequentato da testi che non lasciano il segno. La voce stecca una volta sì e l’altra pure, la chitarra ogni tanto se ne va per i fatti suoi, idem basso e batteria: quasi una versione moderna di “Inascoltable” degli Skiantos. Ma se quella di Freak Antoni e compagni era gioia situazionista, “Hotel Mouina” sembra il disco di un gruppo di dopolavoristi che la sera si chiude in sala di registrazione e poi chi se ne frega di quel che esce fuori. Resta da capire perché certe cose debbano circolare impunemente invece di restare chiuse in un cassetto.

Poi, vero, qualcosa riesce a non naufragare, come “Acqua cheta”, sorta di filastrocca in grado di emanare almeno un accenno di freschezza, o l'evocativa “Premeditazione di un omicidio”. Per tutto il resto, c'è poco altro da dire.    

 

 

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