Compilation
Materiali resistenti 2010 - Pop rock

Materiali resistenti

C'era una volta "Materiale resistente", operazione discografica del 1995 targata Corsorzio Produttori Indipendenti legata all'omonimo concerto a del 25 aprile a Correggio, poi diventato un film diretto da Guido Chiesa. Sembrano passati secoli da allora - purtroppo non é retorica! - ma in soli 15 anni l'uomo che all'epoca era appena entrato in politica cominciava già a fare seri danni. La (magra?) consolazione, però, stava nella forza di scendere in piazza in tantissimi e, tutti quanti, mossi da uno spirito comune e dalla voglia di identificarsi in una opposizione che comprendesse tanto i partiti quanto la società civile, non ancora addomesticata e lobotomizzata dai "mezzi di distrazione di massa". Nei fatti é questo il nuovo fascismo, un regime mediatico che, ora come allora, continua a mangiarsi spazi di libertà. "Materiali resistenti" serve quindi a farci riflettere su questo processo che pare innarestabile; perché se il primo capitolo servì a celebrare ricordi e a riattualizzare il concetto di "resistenza" dopo 50 anni, quello odierno (si legga la "prefazione all'opera" affidata a Paolo Nori sul sito della manifestazione) ha la funzione di riaggiornare il concetto. In che modo? Rimettendoci in guardia - come cantano i Marta sui Tubi in "Coda di lucertola" - dai "personaggi che non sembran neanche persone" e dal fatto che "l'ignoranza non ha mai creato eroi". Oppure, come intona Zamboni, quasi fosse un novello Pietrangeli: "Ora dovremmo avere ancora più coraggio / ora dovremmo avere ancora più pretese/difese".

In questo contesto un pezzo come "La lotta armata al bar" di Vasco Brondi rappresenta la sintesi amara di questi anni: "Che cosa racconteremo ai nostri figli di questi cazzo di anni zero?". Anche Benvegnù ci sembra ispiratissimo con "Breve storia di Francesco C, classe 1929", ritratto chitarra e voce di un rivoluzionario oggi devastato dai sensi di colpa ripensando a quello che fu(?). Altro picco dell'opera lo raggiungono gli Offlaga Disco Pax, che con "Isla Dawson" riportano alla memoria (appunto!) un evento pressoché introvabile nei libri di storia, risalente al Cile del 1973 e al colpo di stato organizzato da Pinochet, in cui il concetto di "resistenza" e "lotta antifascista" assurgono a temi e valori universali.

Piace anche la versione de "Il galeone", interpretata qui da Mara Redeghieri, ma purtroppo va sotto nel confronto con quella pubblicata dai Ronin nel 2007. Guadagna invece moltissimo la reprise de "La faccia della luna", brano dei Tre Allegri Ragazzi Morti di fatto manipolato e reinventato dai Port Royal come solo loro saprebbero fare. E poi "Bufera" dei Giardini di Mirò con il featuring di Angela Baraldi, dal tono epico e caratterizzato da quel climax che ormai è segno distinguibile della band.

In definitiva non la solita raccolta celebrativa (a parte qualche episodio, ovvero Cisco e l'ex Afa Fabrizio Tavernelli) ma un'iniziativa che tocca certi temi evitando ogni tipo di facile retorica.

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