Compilation
Altri giardini 2010 - Cover, Post-Rock

Altri giardini

La raccolta di cover dei Giardini di Mirò nasce in maniera semplice: hanno chiesto ad alcuni amici di scegliere una loro canzone e di reinterpretarla, poi hanno allargato la proposta ad altre band senza contratto. Non credo sia una mossa volutamente autocelebrativa: se volevano costruire un mausoleo che esaltasse la loro carriera, forse era meglio affidarsi a nomi più altisonanti; se volevano acquisire nuovo pubblico per via dei tanti gruppi giovani coinvolti perché poi decidere di autoprodursi e distribuire il disco solo tramite i concerti. Insomma, ci sarà pure una piccola dose di narcisismo, ma in sostanza credo che la ragion d'essere di "Altri giardini" sia dare un po' di visibilità a talenti italiani che nessuno conosce.

Come per tutte le compilation, dei brani li potete cancellare: alcune versioni sono solo compitini bene eseguiti (Denise, København Store), altre esercizi di pulizia, ovvero si spazza tutto sotto un tappeto di distorsioni e non ci si pensa più (Schonwald, Iroi, Japanese Gum + Blown Paper Bags). Molti dimostrano una sfacciata personalità: tirano fuori qualità nascoste, gonfiano il petto e trasformano il pezzo noncuranti della sua versione orignale. Death in Plains, ad esempio, imbastisce una cavalcata epica di cori pitchati ed esplosioni alla These New Puritans, la resa sonora non è ottima – probabilmente ha fatto tutto nella sua cameretta – ma si capisce che il ragazzo ci sa fare. Gli Albanopower sono splendidi: riducono "The Swimming Season" ad una voce sospesa, epurata da ogni arrangiamento pesante e lasciata su un ¾ appena accennato dai glitch. Banjo Or Freakout sfodera l'eleganza, una punta blippata e il dream pop. Bravi gli Iori's Eyes alle prese per la prima volta con una cassa dritta. I Gazebo Penguins sempre arroganti. Il trio Comaneci, Bob Corn, Musica Da Cucina che manco nei miei sogni migliori. His Clancyness non la cambia di un virgola ma "Cold Perfection" diventa a tutti gli effetti sua. Divertenti i Quiet In The Cave con la loro versione metal di "Pet Life Saver". Coraggioso Wolther Goes Stranger che declina un anthem come "A New Start" su un beat dance anni 90 (anche se non convince al 100% va premiata l'idea).

Ora, non so se a mio figlio o ai miei nipotini canterò mai "The Swimming Season" per farli addormentare, certo è che i mausolei e i monumenti li costruiscono solo per gli imperatori morti o per i dittatori. E non mi pare che i Giardini c'entrino con una delle due. Oltre al fatto che non sono loro i veri protagonisti di questo disco. Rimanderei, quindi, il punto della situazione sulla carriera e sull'importanza storica che hanno avuto i Giardini di Mirò negli ultimi dieci anni della musica italiana. Magari se ne riparla tra altri dieci anni.

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