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It Means to Be Dead 2010 - Rock, Alternativo, Post-Rock

It Means to Be Dead

A questo punto, dopo il decimo ascolto, mi chiedo davvero dove siano stati gli Everyman finora. Romani, trentenni, attivi da poco (vi basti questo per i convenevoli di presentazione). "It Means To Be Dead" è un esordio che vale oro per il nostro post-rock.

Strutture dense e tipicamente dilatate caratterizzano questo ep. Come da buona tradizione ambientazioni docili e sinuosi paesaggi trasognanti si alternano ad improvvise progressioni strumentali, tra Godspeed You! Black Emperor ed Explosions in the sky. Melodie calde e fluttuanti, dal giusto mood malinconico e distaccato, fanno da tappeto ad una voce elegante e sempre ben dosata, realizzando un percorso a tratti più rabbioso ("Graves") a tratti più nostalgico e pieno di emotività ("Run around"). Atmosfere fredde e rarefatte accolgono synth e chitarre timide o furenti, attraversate costantemente da impulsi progressive (Mogwai) o all'opera in fraseggi intimisti e minimali (This will destroy you), creando un quadro fragile e scostante lavorato sempre con sorprendete esperienza. Cinque pezzi di rara fattura insomma, su cui, in verità, sarebbe giusto non dilungarsi più di tanto né tantomeno investire aspettative più grandi del dovuto. Eppure. Ti piacciono i Giardini di Mirò? A me se scrivo "Rise And Fall Of Academic Drifting" mi treman le dita sulla tastiera.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.