Il Kif
Gioie & Paranoie 2010 - Rock

Gioie & Paranoie

Se in un disco la cosa migliore è una cover di Edoardo Bennato in fase decadente ("Ok Italia"), è evidente che abbiamo un problema. Il problema è che "Gioie e paranoie" non graffia. Si lascia ascoltare, questo sì, è suonato, cantato e prodotto per benino, ma basta la gradevolezza? No che non basta. O, perlomeno, non può bastare a chi da una band che si definisce rock si aspetta ben altro che un pugno di canzoni patinate, prive di quella voglia di osare che potrebbe spingerle in alto, o anche in basso, ma comunque allontanarle da un livello medio che di sicuro non è un buon viatico per la gloria, né per quella di massa (troppe velleità indie) né per quella alternativa (troppo nazional-popolari, testi spesso banalotti). Consigliamo pausa di riflessione: chi siamo? Dove andiamo? Vogliamo davvero essere i nuovi Negrita? (Sì è vero, i Negrita nella loro medietà si sono presi delle soddisfazioni, però diciamolo, oggi chi li ascolta più, a parte quando ci costringe Virgin Radio?) O forse è il caso di lasciar andare i freni (d'altronde lo cantano anche, in "Come un treno": "Non mi stoppare, non spingere quel freno"), uscire da certi rassicuranti binari (la cover di "Venus"? Ma davvero? Ancora? Ma dai) e provare sul serio a causare gioie, paranoie e altre emozioni?

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