Captain Quentin
Instrumental Jet Set 2011 - Strumentale, Noise, Afro

Instrumental Jet Set

L'attitudine pestona della prima "Le Case Avanti", ci getta nel mare lisergico di questo nuovo lavoro del combo calabrese, dove ritroviamo imploso tutto un universo referenziale che spazia dal math allo stiloso fuzzy noise targato '60, il tutto orchestrato dalle mani sapienti di Fabio Magistrali.

E se alle spalle ci siamo appena lasciati Don Caballero e Fuzztones, inoltrandoci nella materia troviamo "Gamma Rana", dove la simmetria cervellotica sposa una forte componente synth-pop, e dove il riferimento progressive è solo una finzione di metodo che ci permetta di riannettere all'ascolto un'infinità di richiami da-ogni-dove.

Slintiana la quarta "Sciocchezza Mon Amour", ma è di un post-rock ormai all'accanimento terapeutico, tra ceneri fumanti e destrutturazione tout court, in cui ritrovare tra le pieghe del discorso certe fumose derive acide dell'hard bues anni 70. Suggestivi mellotron, flauto e sax in "(ognuno ha il proprio concetto di) Intervallo", sghembo riassunto di tutta una iconografia discinetica a forte pulsione free, tanto arbitrario quanto meccanicamente a segno.

Il post-punk di "Bobcat (a love song)" ci riversa addosso tutto il magma incandescente e reiterativo dei primi Oneida, e un torrente sotterraneo di segno emo tenta timidamente di affiorare in superficie, tra caos chitarristici e riverberi noise.

Ennesima, ottima prova di sé, con grande cura alle spalle, e solo qualche trascurabile (ancorché capace) calcata di mano - in un ambito in cui calcare la mano fa il paio con ciò che molti chiamano stile.

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