Mariposa
Semmai Semiplay 2011 - Rock, Progressive, Pop

Semmai Semiplay

Quando in Italia raccontiamo la nostra musica, talvolta abusiamo fastidiosamente e pateticamente del se-fossero-stranieri-allora, cercando una giustificazione geografica tanto alla nostra diffusa attitudine copiereccia quanto alla scarsità di visibilità e di risorse che ci dedica il nostro Paese. Nel caso dei Mariposa però, affermare che se fossero stranieri forse sarebbero un fenomeno di culto internazionale è uno dei casi più sensati. Certo non per la loro attitudine esterofila, sono italianissimi, ma per quella rara unicità creativa che se avesse intorno un ambiente ben disposto e ben organizzato, li renderebbe uno dei capisaldi di un certo modo di fare canzoni in Italia. Perchè i Mariposa hanno nel loro codice genetico quella naturale genialità per essere punto di riferimento, fonte di ispirazione, portatori di idee ed esempio di personalità. Purtroppo sono italiani, per fortuna sono italiani. Ed in questi dodici anni di attività ci hanno regalato alcuni momenti incredibili, spalmati su ben undici album, in cui sono riusciti nell'impresa di conservare l'amore per la canzone d'autore italiana, ma rompendo al tempo stesso gli schemi con folli contaminazioni e trovate surreali. Dopo collaborazioni, ospitate e progetti solisti, eccoli di nuovi schierati in formazione tipo, per dare vita all'ennesimo episodio di musica componibile. Per molti aspetti, "Semmai Semiplay" prosegue quel discorso pop avviato col disco precedente, ma lo scompone in frammenti ancora più piccoli, centrifugandolo alla loro maniera tra psichedelìa sintetica, svisate rock decadenti, romanticismo melodico tutto italiano, coloratissimi alambicchi strumentali pieni di elettronica, filastrocche da teletubbies e divertimenti di progressive-pop. Da Frank Zappa ai Flaming Lips, da David Byrne agli XTC, passando per Captain Beefheart, MGMT, Lucio Dalla e tutto quello che può venirvi in mente, perchè si fatica a indicare un riferimento certo in mezzo a tutti questi dettagli. E se da un lato si recupera l'approccio trasversale e non-sense degli inizi, oggi la melodia è sempre più determinante, con l'aggiunta di una attitudine danzereccia e fumettosa che veste a festa le canzoni, pur con quel consueto gusto decadente. Undici brani, tra qualche basso e molti alti, che compongono un album di livello superiore, con un Alessandro Fiori sempre più ispirato, nei testi e nella performance vocale, un Enrico Gabrielli maestoso nelle orchestrazioni e con i Mariposa tutti in forma scintillante. Un disco estroso, ma equilibrato ed immediato. Acido e imprevedibile, ma molto orecchiabile. Grazie Mariposa, è bello sapere che ci siete.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.