Carlostrauss
Carlostrauss 2010 - Rock, Pop, Electro

Carlostrauss

"Carlostrauss", due brani, sei minuti e mezzo: pop, electro e qualche schitarrata. Fra gli Styles, il tipico concorrente da talent e le Le Strisce. Mediocre. "Specchio", la prima traccia, unisce un delicato pianoforte a un canto vitale e vigoroso. Nel finale, il climax è generato dall'assolo di chitarra e da un'orchestrazione intensa. Nonostante ciò, il pezzo non ha spessore, anzi, si autodistrugge. Appena terminato si cancella. Testo piuttosto modesto e prodotto fin troppo leggero. "La mia notte" si apre come "Enola Gay" degli Orchestral Manoeuvres in the Dark, per poi virare verso ambienti già esplorati dagli Eiffel 65. Le mani faticosamente verso il cielo. Una volta al massimo. Non di più. Tra synth, modulazioni vocali e ritmi sincopati, il brano conclude la sua corsa silenziosamente. Educatamente. Senza aggiungere nulla. Senza regalarci niente. Una prestazione poco rilevante. E' vero, si tratta pur sempre di due pezzi solamente, ma qui sono presenti tutti gli elementi per poter soppesare il valore della prova. Sufficienza scarsa? No, direi di molto inferiore al sei.

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