Zio Vania
Flow 2011 - Rock, Reggae, Blues

Flow

A volte si capisce dalla prima nota quando una band non pretende dalla propria musica più di quello che si aspettano gli altri dalle consuete etichette di genere. Questo è il caso degli Zio Vania. Anche se ci mettono il cantato coinvolto e una grande varietà musicale nei pezzi, il quadro d'insieme è qualcosa che abbiamo già sentito, e anche troppe volte. Le influenze non vanno oltre blues, funk e reggae, riportati in testa alla loro scheda Rockit. Il rockabilly è fortemente presente nelle tracce più tirate, e il suono rimane quello che c'è nell'immaginario collettivo. Insomma, gli Zio Vania rincorrono quel crossover di generi che tanto funzionava una quindicina di anni fa, ma lo sguardo verso i gruppi nostrani che hanno già sperimentato quelle spiagge è assente: Bandabardò, Meganoidi e Shandon non hanno insegnato niente a questi ragazzi.

Poi c'è il cantato in inglese: i testi sono piegati in modo forzato, per entrare in un pattern che appartiene loro solo per associazione di idee. La padronanza della lingua è un limite forte, soprattutto nei momenti in cui si vogliono esprimere concetti complessi. Non saprei dire se siano solo ingenuità, mancanza di coraggio o talento ancora da rodare. Certo commettono errori evitabili, dimostrazione che per fare musica di genere non basta imitare quel genere.

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