Musteeno
Ipnosi Collettiva 2011 -

Ipnosi Collettiva

Fai i primi pezzi a diciott'anni e spargi come gramigna la tua faccia fresca su Youtube, oppure studia, esercitati ed esordisci quando hai una profonda - profondissima - conoscenza della materia. Questione di scelte. Di punti di vista. Di attitudine. Musteeno, classe 1978, ha scelto la seconda strada. Un po' perché quando ha iniziato, negli anni Novanta, al posto di Youtube c'erano i walkman, un po' perché più che l'esigenza di un'immediatezza comunicativa o di visibilità, "Ipnosi Collettiva" trasuda amore per l'hip hop, quello vero, delle origini.

È un concept album dal gusto cinematografico. Ma lascia stare i pop corn, meglio accompagnare l'ascolto con un cocktail Molotov: Musteeno racconta con lucidità uno scenario urbano desolato e spietato, trasmettendo immagini forti grazie all'alchimia ipnotica che si crea fra liriche e beat. Roba fieramente underground, senza cassa dritta né synth patinati, senza storie di droga e di mignotte, senza centinaia di migliaia di fan su Facebook. Fuori moda? Forse sì, ma non per questo meno necessaria. A colpire non sono tanto le metriche, quanto la capacità evocativa del linguaggio e dei beat futuristici prodotti da The Night Skinny ("Cruciverba", "Elogio Della Follia", "Sacra Scrittura" e "Symbiosis" feat. Ghemon) - che rimandano direttamente all'hip hop sperimentale scuola Cannibal Ox e Dalek - o quelli più classici di Bbeat aka Deda e Kaos ("Quindici Minuti" e "Inno Nazionale Personale"), Shablo ("Megalopolis") e Mbatò ("La Mia Storia"). Un must per gli amanti del rap underground. Per tutti gli altri, un punto di vista che sarebbe bene tenere in considerazione.

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