Maria Antonietta
Maria Antonietta 2012 - Rock, Garage

Maria Antonietta

Sesso, droga & dischi del cuore. Il racconto della vita di una ragazza e niente di più.

Pensateci un secondo: vi vengono in mente delle cantanti sotto i trent'anni in Italia? (E no, i “talent show” non valgono.) Se la vostra risposta è stata sì, probabilmente state pensando a qualcosa di lagnoso e in inglese maccheronico che parla di tè, affetto e arcobaleni. Se la risposta è no invece dovreste dare un ascolto al disco di Maria Antonietta. Magari non vi piacerà, ma è già un inizio.

Per lei poi un inizio non è di certo, visto che anche prima della sua esperienza negli Young Wrists (ormai sciolti), Letizia già cantava in inglese di Giovanna d’Arco e medicine con un piglio da cucciola di Pj Harvey; scegliere l’italiano però è una scelta sempre vincente, e i risultati si vedono. Infatti, quel che davvero colpisce è l'onestà spudorata con la quale Maria Antonietta racconta di se stessa e della sua vita, senza lasciare spazio ad allusioni, finzioni sceniche e personaggi. Che coraggio devi avere per cantare senza giri di parole delle volte in cui ti sei sentito uno schifo, di come sei finito a letto con gente incommentabile per puro spirito di masochismo o di quando l’unica compagnia possibile era quella di alcool e pillole? Che coraggio devi avere poi per dire a tutti di come nel 2012 hai trovato conforto ed esempio nel Cattolicesimo? Ve lo dico io: una vagonata. E se tutto questo rischia di essere in fondo pretenzioso e blasé quanto un plastificato documentario di Mtv sulla vita di Courtney Love o come una puntata scritta male di Skins, c’è talmente tanta consapevolezza ed autoironia (”e poi tutte le mie canzoni parlano di un solo cazzo di argomento, della mia incapacità di accettare la realtà”) da riuscire incredibilmente a far risultare il tutto per quello che è: il racconto della vita di una ragazza. Per questo, anche se verrebbe la tentazione di incasellarla nel filone delle rriot girrls femministe e incazzate, la sua poetica così rosa e adolescenziale è da considerarsi solamente autentica. Una frase come "volevo solo portarti a letto" è una frase normale e genuina che in un'Italia mai così bigotta e maschilista è un bel segno di indipendenza, un segno tanto diretto ed iconico che c’è da esser sicuri arriverà sui diari di un sacco di ragazzini annoiati, insoddisfatti e pieni d’aspettative come lo siamo stati tutti.

Che siano manifesti programmatici, confessioni o semplici sfoghi, è la voce squillante di Maria Antonietta che guida gli umori ed alterna rock urlato di chitarre anni novanta, ballate dolci e pop soleggiato, dimostrando una sensibilità fina, una personalità forte e una capacità d’espressione che la fa assomigliare a una piccola Nada. Insomma, ha buonissime potenzialità per diventare un’assoluta bomba. Appuntamento alla fine dell’adolescenza allora, la aspetteremo qui seduti a bere Martini.

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