"1989-99... ...Dieci anni col fiato sul collo!" è l'organica retrospettiva su un decennio di note per i Noi nati male, che arrivano al primo cd 'vero' dopo tre demotape ed un cd single.
Il gruppo aretino ha alle spalle un numero notevole di concerti, ed i motivi appajono chiari: gli arrangiamenti sembrano costruiti su misura per il pubblico (ed i gestori...) dei pub, con buone capacità tecniche messe al servizio di un rock (pop-rock? funky-rock?) facile facile, che alterna con mestiere passaggi un po' più tirati, classiche ballate e qualche variazione sul tema (una tromba, un frammento acustico, un pezzo in levare, etc.) per insaporire il tutto. Tutto molto codificato, carino, e probabilmente piuttosto efficace per un pubblico 'di basso livello' (...), che sicuramente apprezzerà anche i testi 'demenziali' (nell'accezione meno felice del termine: come sempre, purtroppo, dietro gli Skiantos c'è il vuoto...) sistematicamente persi tra squallidi luoghi comuni, indubbio cattivo gusto e doppi sensi indegni anche di un film dei Vanzina.
Non cambia minimamente le carte in tavola il fatto che i Noi nati male rifiutino l'etichetta di "demenziali", rifugiandosi nella vaga autodefinizione di "rock ecologico", mentre, pescando praticamente a caso, propongono versi tipo "la morale di questa canzone è che mi ritrovo un gran bell'uccellone" (da "Mi fai male ma pigia"), o costruiscono un pezzo impresentabile come "Accendimi il cerino".
Alla fine del (lungo) cd, le sole tracce che si ricordano sono probabilmente il divertissement commercial-techno di "Cosina" e il folk di "Gnicche", che hanno almeno il pregio di essere disallineate dal resto (entrambe dal punto di vista musicale, la seconda anche per testo ed intenti).
Davvero un po' poco.
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