The First True Primavera
Ep 2012 - Post-Rock

Ep

Dieci minuti dieci di puro godimento post hardcore. Una bomba da trattorismo militante

Due pezzi e un ep piccolo piccolo. Senza titolo. Un ragione sociale molto bella e vivida (The First True Primavera), poi di altro niente. Cioè, proprio zero, nel senso che, da quando si deduce dalle poche cose presenti in rete è probabile pure siano già sciolti o, nella migliore delle ipotesi, abbiano preso una pausa abbastanza lunga. Sarebbe un vero peccato. Quattro strumentisti che macinano furia e chilometri con un tiro al fulmicotone, quelle cose che profumano di (post) hardcore coriaceo e sanguigno. Il bassista suona pure con la maschera da orso, e devo dire che è una bella botta d'immagine vederlo dimenarsi a destra e a manca attorno a novelli Timothy Treadwell (cercatevi i video dei live su YouTube e vedete quanto è figo). Poi, come se non bastasse, in mezzo alla bolgia, due forsennati, uno col cantato leggermente più pulito e l'altro che sbarella invece uno screamo abbastanza estremo.

Fortissimi, sulla scia di Raein e La Quiete, e con due sole canzoni all'attivo che paiono schegge impazzite pronte a schiudersi in altri mille e più coriandoli di martirio emozionale. La prima inizia con questo climax discendente, si apre alle paturnie della voce e poi ha una batteria che da lì detta il resto, core, respiro e ancora un'altra botta di core prima di chiudersi. Il secondo pezzo inizia con piglio ancora più lento, crea un potentissimo magma sonoro assieme alla voce, respiro, si sovrappongono i cantati, gli arpeggi rallentano, e poi ancora botte da orbi, le voci camminano assieme ancora più incazzate, e sembra quasi che si stiano mischiando due diversi pezzi. Col bello che non t'accorgi di dove finisce uno e inizia l'altro. In conclusione, dieci minuti dieci di puro trattorismo militante. Adesso, avanti con la prossima, ragazzi. E se ci siete battete un colpo.

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