Dino Fumaretto
Sono invecchiato di colpo 2012 - Cantautoriale, Alternativo

Sono invecchiato di colpo

Da cantautore solo, anzi solissimo, Dino Fumaretto si è trasformato in una band. Una scelta che allarga le prospettive e arriva al momento giusto

No, Dino Fumaretto non è invecchiato. Dino Fumaretto è cresciuto. Banale iniziare dal titolo, ma è giusto così, perché questo secondo album pubblicato per Trovarobato segna un cambiamento importante nella musica di Dino Fumaretto/Elia Billoni (qui il riassunto per chi non conoscesse le puntate precedenti sui rapporti tra i due).

Il cambiamento è presto detto: il progetto, fin qui caratterizzato dall'accoppiata esclusiva tra piano e voce, ha accolto altri strumenti. Su tutti, violino e batteria. Il primo ha permesso di dare un suono nuovo alla tensione che, da sempre, attraversa i brani di Fumaretto (si ascolti l'inizio di "Tu sei pazza", non lontano dalle sonorizzazioni di film muti). La batteria, invece, ha aperto la strada a qualcosa di più pop. Termine da prendere con mille pinze, ma evidente in un brano come "Film dell'orrore": arrivati al ritornello, la batteria fa il suo dovere e tiene viva la canzone, in un passaggio che, in passato, avrebbe visto il solo piano a reggere il peso della canzone. La alleggerisce e la carica allo stesso tempo, la fa girare meglio. Una sensazione confermata anche dal pezzo successivo, "Mente spostata".

Intendiamoci, nessuna rivoluzione: tutta la struttura continua a basarsi su piano e voce. Anche i testi si confermano inquietanti, nel loro essere sempre sulla linea della follia, quella linea che non fa capire se ciò che accade è vero o è solo un prodotto della mente. O dell'interiore, per citare ancora "Film dell'orrore".

A voler semplificare la faccenda, si può dire che, da cantautore solo, anzi solissimo, Dino Fumaretto si è trasformato in una band. Una scelta che allarga le prospettive e arriva al momento giusto, facendo cambiare direzione a un percorso che, dopo i demo e l'esordio vero e proprio, stava rischiando di diventare ripetitivo. Un rilancio era necessario e un rilancio c'è stato. Non doveva trasfigurare l'immaginario, ma rimodellarlo. Di nuovo: obiettivo raggiunto. Al nuovo disco di Dino Fumaretto ed Elia Billoni non si poteva chiedere di più.

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