Micol Martinez
La testa dentro 2012 - Cantautoriale, Pop

La testa dentro

Le streghe son tornate. Hanno la voce dolce e cantano ballate folk-rock su fegati divorati e ossa con cui giocare a shangai.

Che cosa rende Micol Martinez più meritevole di attenzione, rispetto alle altre millemila cantautrici bella-brava-un-po'-Carmen Consoli-Cristina Donà-P.J. Harvey-Inserire nome di famosa cantautrice a piacere? La risposta sta tutta in queste nove conferme di un talento che già si era rivelato forte e chiaro nell'esordio "Copenhagen". Il talento di osare, di cercare soluzioni non scontate, pur senza voler strafare o stupire.

Le canzoni di questo “La testa dentro” sono estremamente semplici, ma anche varie nelle atmosfere e nei riferimenti: si passa dalla ritmica spartana e lunare di “Haggis (la testa dentro)” ai riverberi chitarrosi di “60 secondi”, ai fiati vagamente sudamericani de “L'alveare”, alle suggestioni celtiche di “Nel movimento continuo”, dal folk inquieto di “Coprimi gli occhi” alla pura dolcezza di “Un nome diverso”.

Una versatilità che però non è incoerenza, né sfoggio di cultura poliedrica, perché tutto rimane poco esibito e ben equilibrato, tenuto insieme da una cifra stilistica molto definita. Uno stile che si percepisce sempre, ma che dà il meglio di sé quando la voce morbida della Martinez si unisce, in un imprevedibile quanto riuscito matrimonio fra opposti, con testi carnali e aggressivi, dove lei è “ripiegata a divorare il tuo fegato” e lui “inchiodato su una croce d'argento” a chiedere pietà.

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