Father Murphy
Anyway your children will deny it 2012 - Noise

Anyway your children will deny it

Tornano i "Predicatori" a dar sfoggio di ombra e polvere, nella loro proposta dark-vintage.

Da sempre adusi alle atmosfere claustro-gothic, i Father Murphy confermano qui il loro valore per la scrittura posta sul versante in ombra e iniziano in medias res con l’opener “How we ended up with feelings of guilt”, acustica che dir lo-fi è davvero poco, melodia intessuta a mo’ di salmodia clericale, con tanto di corde votate al rimbalzo.

“His face showed no distortions”, scurissima come il manto di un corvo, è l’ossianico tributo a tutto un immaginario industrial, del tipo iterativo, dove troviamo alla meta il colosso Swans, così come nella successiva “It is funny it is restful both came quicly”, una valanga di rumore bianco seppellisce il duetto male/female, riportando di tanto in tanto alla luce qualche sparuto concetto dei Liars. Vittoriana e sinfonica, “In praise of our doubts” scardina le fondamenta e dirige verso un carme lirico di indubbio coraggio, con archi in quasi-ostinato e voci che salgono dalla terra.

Pur riconfermando quanto di buono può esser stato detto del trio, in ordine a forma e sostanza, l’ordito della trama di questo disco non mantiene lungo la sua estensione sempre lo stesso livello. E se da un lato il lavoro osa, dimostrando l’onore della tenzone, dall’altro flette su di un piano interlocutorio non sempre del tutto compiuto. Ma è un detrimento di poco conto, considerando l’alto valore della proposta.

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