MUG
Lost Transmission 2012 - Strumentale, Rock, Elettronica

Lost Transmission

Un disco in cui rivive il post-rock che tanto forte andava a cavallo tra il finire dei '90 ed i primi anni zero, qui strettamente connesso con un'accurata ricerca dell'elemento elettronico. Un ottimo lavoro per la band capitolina, che mostra una proprio personale idea di sound strumentale.

La musica viaggia a mode momentanee, che influenzano a periodi decine di gruppi. Non tutti, però: alcuni tirano dritti per la loro strada e non guardano quello che li circonda. Come i Mug. La band di stanza a Roma, ma con componenti dalle origini irpine, porta avanti il proprio credo fatto di sonorità dilatate che si intersecano con il sound elettronico, un po' come accadeva sul finire dei cari anni '90, la voce scompare per lasciare spazio al canto di chitarre eteree e melanconiche, al sibilio glitch di synth elettronici, dando vita a quel sound emozionale e cerebrale che prende il nome di post-rock.

In un momento in cui pronunciare un termine così lontano nella memoria dei più e per molti vagamente desueto appare quasi blasfemia, la band capitolina tira fuori un lavoro strutturalmente perfetto, composto tanto dalle melodie visionarie e placide di "Roseros", quanto degli attimi pieni, scuri e potenti della successiva "Disco Pulp". Se ci aggiungiamo che il tutto ben si completa con l'uso mai scontanto e ben curato dell'elemento elettronico, ci sarebbe da fare paragoni ingombranti citando le decine di band che a cavallo degli anni zero hanno dato vita ad un fenomeno intenso ma dalla durata effimera.

I Mug invece meritano fiducia e fama duratura, ci limiteremo dunque a dire che sono una band potente, dal sound personale e compatto. Non un fenomeno da un disco e ciao, dopo 3 giorni nessuno si ricorderà più di noi. I Mug non vogliono inventare nulla, al massimo vogliono rinnovare il preesistente, facendolo alla loro maniera, senza dover copiare i compiti da nessuno.

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