SWA
SWA 2010 - Strumentale, Rock, Progressive

SWA

Un simpatico duo mascherato, con velleitĂ  math e neoprog che sfortunatamente restano tali

Un simpatico duo mascherato, solo basso e batteria, da Palermo. Dico “simpatico” perchè nell’ep di debutto, quasi interamente strumentale, degli SWA, l’unico intermezzo parlato presenta la band come esperta di “semilavorati in legno, specializzata in travature di castagno”, utilizzando “amianto in polvere di stelle, in stereo”. Per il resto, a parte qualche urletto qui e là, i 18 minuti di questo ep propongono un sound aggressivo e un buon tiro – pietre angolari se si sceglie di rinunciare a voci, chitarre e quant’altro non faccia parte dell’asse ritmico – e pezzi con attitudine garage e dichiarate velleità neoprog e math.

Velleità che, nonostante la suddetta simpatia e la buona preparazione tecnica, restano tali: in “SWA” si avvicendano progressioni poco ricercate, ancorate al blues (“SWA#8-9”, “SWA#12”) e a riff un po’ telefonati, quanto meno se presi nudi e crudi (“SWA#6”, “Puntarello”). Il tutto appare come una filiazione diretta di jam di cui ancora i brani portano i segni di provenienza. Non che non si lascino ascoltare o non possano essere trascinanti in un’esibizione dal vivo (dimensione sicuramente congeniale agli SWA): solo, confrontate col repertorio di band dall’impianto altrettanto essenziale e dagli identici intenti (una su tutte, i Morkobot), il divario compositivo appare abbastanza ampio.

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