I siciliani Les Spritz, forti di un'esperienza live di tutto rispetto e di una dirompente carica eversiva, riportano indietro l'orologio dell'indipendente, conclamando l'amore esasperato per il noise targato certamente Albini, ma potenziandolo con una dose piuttosto caratterizzante di verve postadolescenziale.
Ripreso e mixato da Sacha Tilotta, il disco è un viaggio smaccatamente ironico – com'è sottolineato dall'icastica titolatura –, nondimeno credibile, attraverso un suono asciutto e incompromissorio, subito intuibile sin dall'opener "Baudaffi Pasquale", spezzata sonata noise, tra June Of 44 e Three Second Kiss, o rinvenibile nella matematica celebrazione di “Canistracci Oil”, dove l’influenza di nuovi cervellotici rock freaks come Morkobot e Karl Marx Was A Broker, è qualcosa in più che mero suggerimento.
Pur non potendo tacere un’aleggiante sensazione di deja-entendu – ovvia e spesso inevitabile deriva da riproposizione –, la band dimostra ottima caratterizzazione e grinta da vendere, oltre ad una sana propensione al buon vecchio noise, genere tanto abusato quanto impreziosito dal tempo.
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