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Non vado più al mare 2012 - Cantautoriale, Pop

Non vado più al mare

Due artisti che potrebbero regalarci grandi soddisfazioni negli anni a venire.

Ultimamente mi capita spesso di sentire, nel mezzo di discorsi sullo stato della musica italiana, che oramai siamo schiavi dei cantautori: la nostra tradizione musicale ne è fitta e ricoperta come un muro d'edera, e trovare uno spazio per le band è sempre più difficile - quasi impossibile poi se non cantano in italiano e provano a sperimentare un po' con i suoni (non troppo, in fondo siamo sempre italiani).

Ebbene, devo dire che i detrattori dei cantautori hanno proprio ragione. Sono dappertutto e come se non bastasse ne fiorisce uno nuovo ogni stagione, tutti hanno un loro pubblico affezionato che hanno conquistato in maniera mediamente più semplice degli altri con canzoni dirette, ritornelli che ci agganciano come pesci alle lenze, la leggerezza di una chitarra e niente più. Io, senza nulla togliere alle band, trovo che sia meraviglioso: siamo talmente bravi a sfornare cantautori che c'è da sperare il muro non si spogli mai di queste foglie verdi.

Oratio e Nicolò Carnesi fanno parte di questa folta schiera di giovani di belle speranze e belle canzoni. "Non vado più al mare" è il loro esperimento a quattro mani, interessante perché sintetizza, con diversi colori e pennellate, un panorama musicale che ormai è diventato il lessico familiare del pop italiano: da Battisti in su, passando per l'inevitabile Dente, la delicatezza densa del conterraneo Colapesce, il gioco allegro di Bugo e persino l'umore tenebroso degli Amor Fou ("Lungimirante" non sfigurerebbe affatto nell'elettropop di "100 giorni da oggi"). Un esperimento riuscito e divertente, che mette in mostra il carattere, assieme alle potenzialità e pure ai limiti, di due artisti che potrebbero regalarci grandi soddisfazioni negli anni a venire. 

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