Lenula
Profumi d'epoca 2012 - Rock'n'roll, Rock, Psichedelia

Profumi d'epoca

Il passato come spinta per interpretare il presente. Banale o no che sia, il mondo dei Lenula passa attraverso pesanti tributi agli anni ’60. Resta da capire se sia un male oppure no.

Tutto sta nel non fare troppe domande. Nell’evitare di chiedere a questi tre pischelli in arrivo da Brindisi il motivo per il quale stanno consacrando la loro esistenza a riesumare il suono dei Vanilla Fudge e a far rivoltare Brian Auger in uno dei sui tanti Hammond. Vagli a spiegare, a questi qua, che se non hai l’hype resti fuori dal gioco, che a suonare certa roba se più out che in, che se non sei cool le groupies te le scordi, a parte qualche sdentata con i pantaloni a zampa d'elefante ancora in paranoia per quell’acido di merda ingurgitato nella primavera del ’67: quelle così puoi trovarle sempre in giro, non c’è problema.

In realtà, ai Lenula c’è poco da dire, i predicozzi in certi casi non servono, se sei convinto che la strada da percorrere è quella lì basta attraversarla senza esitazioni. E poi tuffarsi nel passato non è un reato, d’altra parte se c’è un disco che ha preso il titolo di “Profumi d’epoca” una ragione ci sarà. Last but not least, i ragazzi hanno studiato a sufficienza e i compiti svolti a casa non sono poi da buttare. Se non fosse per liriche non sempre all’altezza e per una voce che ogni tanto si capossellizza, tutto il resto potrebbe passare. A patto di possedere uno stomaco pronto e in grado di sopportare tastiere prese in prestito da figli dei fiori in disarmo e un po’ di confusione organizzata, ovvero il chiavistello usato dai Lenula per intersecare il vintage imperante con più di una divagazione di diversi colori, tra i quali il moderno.

La cavalcata post rock con la quale si apre “Stati di confusione” non è casuale, idem per quel che riguarda le incursioni tra un certo rock d’autore rintracciabile qua e là (“Modellando la notte”). Tutto il resto è psichedelia a volte centrata e altre no, ruffianerie varie (“Corsa al mondo”), tentativi di omaggiare il prog (“All’interno”) e chitarre vitaminiche (“La dea dell’amore”). Non c’è niente di nuovo tra i file di “Profumi d’epoca”, resta solo da stabilire se si tratta di un bene o di un male.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.