Ma questo è industrial! Sì, però dura pochi secondi, perché “Mars’ Sailors” muta presto il suo atteggiamento pur rimanendo acre e ruvida, gioca coi suoni distorcendo e rumoreggiando, urlando e incalzando, e la botta arriva subito, un bel pugno in faccia che mi sveglia e via.
Poi giù, si passa all’italiano e al pianoforte, al tango e alla malinconia, a quelle serate di locali in chiusura e solo noi ad assaggiare un altro pezzo di notte, a non voler lasciare neppure una briciola; e ancora su, a blueseggiare su una poesia di Raffaele Baldini, con una presa cattiva che bacia il noise e inneggia al caos, per chiudere con un canto cupo e ipnotico che pare dire basta, tutti a casa, e alla fine ammetto di non aver compreso appieno il senso di questo ep.
Tante cose, qualcosa di confuso, una rabbia che a volte sembra fuori controllo, una prima traccia efficace e centrata ma poi nebbia leggera, perdo l’orientamento, l’obiettivo non mi è chiaro. Forse un full length aiuterà.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.