Puoi pensare che il crowdfunding sia la salvezza della produzione indipendente. Oppure puoi pensare che sia una patetica richiesta di elemosina. Oppure puoi pensare – e probabilmente avere ragione – che la “crowd” non sia poi quest'entità così decerebrata e appecorata, ma che sia dotata di discernimento e conseguentemente in grado di riconoscere i progetti a cui vale la pena donare il proprio obolo. Per esempio, c'è da essere ben lieti che l'operazione "Saudade" dei Selton su Indiegogo sia andata a buon fine. Perché adesso abbiamo il nostro disco dell'estate, e possiamo ballare l'indiesamba come se una vita spesa a rifiutare con indignazione gli inviti alla serata latinoamericana non contasse una maracas di niente.
Ebbene sì, ogni tanto tocca ammetterlo: anche sotto il sole può nascere musica buona e non tamarra. Che mette di buonumore, ma di un buonumore mitigato da quel tocco chic di malinconia – di saudade per l'appunto. Che fa tanta simpatia, con quell'accento carioca, ma che non è tutta e solo accento carioca e simpatia. È anche inflessioni british e italianità, è l'apertura rock di “Qui Nem Gilò” e il mood da Povero ma Bel Paese anni sessanta di “Un passato al futuro”. È il carattere romantico e disincantato di Dente, complice in “Piccola sbronza” - ma presente in spirito anche in “Un ricordo per me” -, e la creatività calda e classica di Arto Lindsay. È il suono tropicalhipster alla Vampire Weekend (“You're Good”), è i Beatles che si sballano in Brasile invece che in India (“Ghost Song”), è la canzone da cui vorremmo farci consumare le orecchie nei prossimi mesi, una “Across the sea” dal ritornello più rotondo, solare, immediato e glocal che potessimo desiderare per la bella stagione - ma anche per quelle brutte.
Puoi pensare quello che vuoi, ma vedrai che poi anche tu ringrazierai che i Selton abbiano “chiesto l'elemosina” per poterci dare questa bella botta di saudade.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.