Minnie's
Ortografia 2013 - Rock, Emo, Punk rock

Ortografia

Tragedie quotidiane che si infilano sotto la pelle e scolpiscono l'esistenza

Salire su treni che vanno nella direzione sbagliata. Aspettare qualcuno che non arriva mai davanti a un binario morto. Raccogliere i frammenti di una storia che ha ormai assunto una forma irriconoscibile. Imbattersi in silenzi assordanti in cui non si riesce a trovare la risposta anche se la domanda è così importante. Da anni i Minnie's descrivono tragedie quotidiane che si infilano sotto la pelle e scolpiscono l'esistenza. Ma la tensione che accompagna le liriche non è diventata rassegnazione nichilista e si trasforma ancora in una scossa che spinge a guardare altrove per cominciare a sperare di nuovo.

La colonna sonora che accompagna questi pensieri è sempre piena di suggestioni che ricordano l'anima agrodolce del brit-pop mentre l'ispirazione resta solidamente ancorata a un hardcore pieno di sfumature melodiche. Ma il ritorno agli accenni punk in “Fiumi” o “Quanto costa una domanda” non deve fare pensare a un disco chiuso dentro a un solo genere musicale. Molto più aggressivo e meno compatto del precedente “L'esercizio delle distanze”, il nuovo album dei Minnie's (in free download qui) è un disco che volutamente raccoglie assieme tante anime diverse e le condensa in una scheggia di pura energia. Il suono non si distanzia così tanto da quanto fatto in precedenza ma cerca più del solito di abbracciare anche nuove direzioni. Il quartetto milanese stupisce per come riesce a costruire ancora qualcosa di fresco servendosi come ispirazione di un genere musicale considerato alla soglia di saturazione.

“Ortografia” sorprende per come una serie di stimoli eterogenei riesca a convivere con la personalità solida che la band di Milano si è costruita negli anni. Tutti gli elementi si mischiano nel brano che dà il titolo al disco, una ballata sonica che regge sorprendentemente sette minuti abbondanti di chitarre melodiche e distorsini ruvide intrecciate a liriche fortemente emozionali. Sicuramente il migliore episodio di tutto il disco: una canzone manifesto della musica sentimentale che i Minnie's suonano da sempre. “La buona stagione” si riallaccia a “Girl afraid” degli Smiths anche se rispetto al pezzo di Morrisey il finale di questo brano offre una prospettiva più speranzosa.

La sezione ritmica è rinnovata grazie a una nuova bassista e un batterista “che non scappa alla fine delle registrazioni”. Le chitarre sono sempre protagoniste assolute e si amalgamano perfettamente alla voce che descrive piccole vicende quotidiane o istantanee che spiegano un'emozione più di mille discorsi. Sono particolari che impreziosiscono lo stile dei Minnie's e rendono “Ortografia” uno dei migliori dischi della loro carriera.

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