Se Lleroy fosse una persona fisica, in carne ed ossa, andrebbe certamente rinchiuso in manicomio. Incazzato come pochi, isolato in una stanza, lasciato solo ad urlare nel pieno della sua pazzia. I Lleroy in musica sono questo. Definirli grunge o metal poco importa, perché alla fine il sunto è sempre lo stesso: “Soma” è violenza allo stato puro. Una violenza folle, malsana, viscerale, irrefrenabile. Nove brani dai suoni ruvidi e diretti, con riff di chitarra capaci di erigere possenti muri schiacciasassi o di portare a segno affondi decisi e taglienti come lame. Un sound che affossa le sue radici nel post-noise di Melvins ed Helmet, che si è appropriato dell’immediatezza dell’hardcore, della schizofrenia di sperimentazioni math-rock. Alla voce metteteci uno sotto effetto di acidi o qualcuno in preda ad una crisi isterica; il quadro è completo. Un caos generale nel quale anche le linee vocali sembrano soffocate dal frastuono assordante degli strumenti. Ma non servono troppi giri di parole. Canzoni come "Tignola" e “Ultimi Sintomi” vi prenderanno e rivolteranno come calzini. Perchè “Soma” è un disco letteralmente devastante e i deboli di cuore devono starne alla larga.
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