NaGa
Voglie Diverse 2013 - Rock, Noise, Pop rock

Voglie Diverse

Un disco godibile ma che non invoglia al riascolto: bella voce ma brani ingessati

In un'intervista rilasciata a Rockit  uno dei giudici per le selezioni di Area Sanremo ha sollevato una questione importante: in Italia, grazie o a causa dei talent, si va verso la valorizzazione del bel canto, della bella voce, anche senza una canzone che stia in piedi da sola. A mio avviso questa è da sempre la tendenza del pop radiofonico italiano, fatto di ottime voci, qualche volta di ottime canzoni, con una tendenza a perdonare anche canzoni bruttine a interpreti amati dal pubblico (vedi appunto tutte le cantanti dei talent, voci molto apprezzabili, canzoni quasi mai all'altezza o “giuste” per l'interprete). Questo è, con i dovuti distinguo, la situazione in cui si trovano i NaGa.

Niente da eccepire sulla voce e l'interpretazione della cantante Lela, decisa e presente, tanto da ritagliarsi l'attenzione completa ai primi ascolti, lasciando sullo sfondo una band onesta, ma non particolarmente sorprendente.
Il disco “Voglie diverse” è un pacchetto ben confezionato: arrangiamenti ottimi, una strizzatina d'occhio all'elettropop, soprattutto nel lavoro del basso, un piede sul rock A.O.R. (o hard pop che dir si voglia), suonato con precisione ma con poca partecipazione. Si supera a fatica la volontà di uscire dai binari di una certa banalità nelle melodie e nei timbri utilizzati, e alla fine il disco è godibile, ma difficilmente invoglia a riascoltare.
Anche i testi sono al di sotto della normale scrittura pop, nonostante l'apporto dell'ottimo Paolo Agrati, vincitore del Mi Pensi 2013, al testo del singolo “Eri tu”. I NaGa sono schiavi della rima, ricorrono a immagini stra-abusate e il modo di raccontare le quotidiane delusioni è fin troppo generico, che se da una parte ha di buono la possibilità per l'ascoltatore di immedesimarsi, dall'altra crea un certo senso di incompiutezza (“Non riesci a stare senza tutte le tue guerre perse in partenza / Cosa vuoi dimostrare / Quando provi a farmi male / Cosa posso fare / Se cadono i tuoi pezzi / Il rumore del tuo ego è così forte che non senti il mio cuore” da “Se cadono i tuoi pezzi”, il brano più sanremese del disco, con gli archi nel ritornello).

In conclusione, si ha la sensazione di essere davanti a una band molto capace ma poco talentuosa, interessata a costruire brani solidi ma poco coraggiosi, tagliati con l'accetta e poco passionali. Un disco ingessato, che lascia la poco gradevole sensazione che i NaGa potrebbero fare molto molto di più lasciandosi andare anche solo un pochino.

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