Funk rock. Di quello che ci devi avere il bassista bravo vero. Di quello che i riferimenti si chiamano Primus ("Who's that? (Medicine Man)"), primi Incubus ("Whattafuck?!"), e manco a dirlo Red Hot Chili Peppers. Indubbiamente la principale fonte di ispirazione per i sardi Wise Kebabs, che in un pezzo come "Red Marilyn" omaggiano molto da vicino gli esordi della band di Kiedis e compagni - soprattutto nel cantato, tutt'altro che disprezzabile -, e ne seguono il percorso fino a metà di "Chicken Wings", che comincia frusciantemente come una "Scar Tissue" ma vira poi verso un pathos che i RHCP da parecchio tempo non riescono più ad esprimere.
Chiusura in dissolvenza con la ghost track "My clouds", per un disco che mette in luce una tecnica assolutamente sopra la media (batterista e soprattutto bassista sono quelli che spiccano, com'è giusto che sia nel funk, ma chitarrista e cantante sono a loro volta inappuntabili e spesso sorprendenti) e una vena compositiva che, pur nell'evidente solco dei propri idoli, riesce a regalare diverse finezze. Ascolto decisamente consigliato agli appassionati del genere, in particolare delle giovani generazioni.
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