Angela Kinczly
La Visita 2013 - Cantautoriale, Pop, Alternativo

La Visita

Disco di una leggerezza disarmante. Pop essenziale? Non solo, elegante e molto bello

Secondo un luogo comune le donne sono più complicate degli uomini. Lo ribadiscono tutti, soprattutto da quando la canzone “Quello che le donne non dicono” con i suoi versi che ci definivano “dolcemente complicate” ebbe il gran successo che la rese celebre. Quando una donna scrive o parla dei propri sentimenti non c'è sovrastruttura che tenga. Che siano questi sentimenti dedicati all'amore o alla strada, alle cose spicciole o a quelle fondamentali, i nodi dell'anima si sbrogliano in un amplesso di emozioni da condividere... anche con gli uomini. Angela Kinczly sotto questo punto di vista è una donna con la D in maiuscolo e grassetto, sottolineato.

"La Visita" è il suo ultimo lavoro e lo scrive senza la paura di denudarsi o come sempre più spesso accade, di parlare di sentimenti e di memorie. Lo fa con una purezza tipicamente femminile che impreziosisce il risultato manifestandosi soprattutto nella musica, liscia e leggera, come un velo che vola via al momento giusto e poi ricopre scatenando il desiderio del vedo-non-vedo. Un pop essenziale? No, tutt'altro. Elegante. E sbarazzino. Come al punto mediano del disco, precisamente alla traccia 5, “Mercoledì no movie”, quando improvvisamente ti viene voglia di ballarle accanto come se fosse la tua buona amica di sempre, musica ad altissimo volume e i cattivi pensieri in un momento volati giù dalla finestra. Angela proietta fuori il vissuto o il da vivere della sua cinelandia interiore, ma “poi all'improvviso mi accorgo che sto solo sognando”. E' la sfida tra i desideri e le effettive discrepanze dalla vita reale, per un weekend sempre troppo pieno di aspettative deluse. Il flusso dei pensieri continua la sua deriva fino ad “Un giorno di settembre”, che potrebbe essere proprio un sabato o una domenica di un fine settimana senza colori. E' il brano più scarno dal punto di vista strumentale, ma anche il migliore.

La semplicità ripaga e se è vero che la letteratura foggia la vita, ma che si può parlare della vita con estrema sincerità senza plasmare ad arte ogni singolo ricordo è vero anche che Angela Kinczly nella sua opera ultima ci riesce utilizzando pochi strumenti, la sua bellissima voce e degli arrangiamenti mai impudenti, sempre in completa sintonia con la sobrietà della cornice. Un disco da contemplare come un dipinto di donna di Modigliani.

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