Ascoltare questo nuovo sforzo degli Swell 99, mi trasmette l’idea di trovarmi di fronte ad un bocciolo. Un bocciolo che aspetta di germogliare e diventare un fiore radioso e variopinto.
Questa sensazione è dettata dall’alternanza di luci ed ombre proiettate dai quattro brani proposti dalla band marchigiana.
Per chiarire bene le cose si può rispolverare il vecchio gioco dei ‘buoni’ e dei ‘cattivi’. A me una lavagna, quindi…
Nella prima colonna non ho nessuna remora a scrivere: ritmiche piuttosto commestibili, ottime qualità tecniche, un personale modo di mediare e marchiare un sound di chiara derivazione seattleaiana, ma anche una voce che a tratti ‘suona’ passionale e trascinante.
Tra i ‘cattivi’ trovano posto: un senso di incompiutezza che aleggia in alcuni brani (“Il vento” sembra sempre sul punto di esplodere, ma l’attesa risulta vana…), i testi non sempre brillantissimi che a volte scadono nello scontato e nel ripetitivo, la canzone finale (“Senza mete”) decisamente noiosa ed inconcludente.
In conclusione, non resta che augurarsi che questi baldi musicisti trovino il ‘concime’ giusto (sotto forma di idee ed ispirazione), affinché in futuro fioriscano definitivamente…
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