L'esordio degli Shiver è composto da tre brani e mezzo (nel senso che il terzo condensa le cover di due cavalli di battaglia di Johnny Cash), ma sono sostanzialmente i due pezzi in italiano "Libertà" e "La rotta" a rappresentare il biglietto da visita della band brianzola: un impasto di bluegrass e neofolk che l'uso dell'italiano spinge però più vicino al nostro cantautorato.
L'impianto strumentale funziona bene, con il banjo a supplire ritmicamente all'assenza della batteria, ma sono il tono un po' lamentoso del cantato e l'enfasi eccessiva di molti passaggi melodici ad appessantire alquanto il sound degli Shiver, e non si può dire che il modo in cui i testi affrontano le tematiche "di frontiera" possa smuovere più di tanto gli animi di chi non sia già predisposto a recepirle.
L'impressione è che con questo primo materiale gli Shiver possano già raccogliere, soprattutto dal vivo, qualche consenso tra gli appassionati di folk e cantautorato più di bocca buona (e ce ne sono), ma per arrivare a parlare a un pubblico più variegato ed esigente servirà qualche accorgimento in più fase compositiva-arrangiativa. Il tempo è dalla loro parte.
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