Mirabilandia per divertirsi, "Miserabilandia" per riflettere ed essere consapevoli dei tempi bastardi che stiamo vivendo. Il messaggio politicissimo dei salernitani Il Pozzo di San Patrizio è lapalissiano (pure troppo), e vive in una testualità fortemente rivoltosa e antisistema.
La cosa più interessante di questo ennesimo lavoro in studio (per l'etichetta Hydra, con distribuzione Goodfellas) è la ricerca musicale; un variegato sonoro con base irish, hard e punk/speed rock, generi equamente distribuiti per tutto l'arco delle dodici tracce dell'album.
Provando a entrare nel merito spicca per importanza la title track "Miserabilandia", imponenente punk rock serafico con genuine divagazioni metal, il rock celtizzante di "Non sono stato io" o la modenaramblersiana "Articolo 1", irish-rock colorato di elementi folk balcanici.
Ma le tracce più azzeccate sono senza dubbio "Il punto", con la partecipazione alla voce dell'ottimo Luca Urbani, un pop rock acidino e molto melodico ideale per dei passaggi in radio, e "Sono ossessionato", un pezzo metà reggae e metà hard rock; l'intro di quest'ultimo è molto originale e vede un passaggio repentino tra le morbidezze di un duetto flauto/clarinetto, (Antonella Manzo e Alessandro De Marino), che ricorda molto certe interpretazioni oniriche di Ian McDonald, a sonorità classical metal, col chitarrismo imperante di Angelo Napoli.
La stoffa c'è e si vede, l'esperienza è il condimento maggiore, il valore aggiunto di questi incazzatissimi campani; certo che se pensassero ancor più alla musica e un po' meno a una testualità biliosa?
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