L'ep del rapper 22enne di Parma Clock contiene spunti buoni. Certo ci sono alcune rimediabili ingenuità nei testi ma anche cambi di ritmo nel cantato e basi elettroniche fantasiose, due elementi piuttosto rari nell'hip hop italiano. “JungleBoy” è piacevole ma potrebbe durare 1 minuto e 45 secondi invece di 3 perché le strofe si esauriscono e il ritornello “Chi ce l'ha il flow” viene ripetuto ad libitum, un difetto che torna anche in “Mi sa di no” insieme a qualche calo di tensione nelle parole: “Quelli come te li mangio a colazione, li spalmo sulle fette per la degustazione”. Clock, nel suo genere, si rivela un giovane cantautore contemporaneo in un brano come “Con te”, una serenata rap e pop, accompagnata da una chitarra. Nell'ep infatti dominano le note sintetiche ma ci sono anche alcuni strumenti suonati.
Cinque pezzi in cui la voce è buona e la produzione è di alto livello seppure dichiaratamente fatta con pochi mezzi. Bisogna perfezionare i testi in modo da renderli arguti e inattaccabili. Questo lavoro di limatura, unito all'orecchiabilità dei ritornelli e all'ottima produzione dei suoni, potrà dare buoni frutti. Senza paura di spaziare nel pop.
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