Rocío Rico Romero
Roca Básica 2014 - Cantautoriale, Pop, Alternativo

Roca Básica

Eterea e sognante, Rocio Rico Romero firma un disco di rara bellezza.

Da Huelva a Bologna solo andata. Dai colori della città di Martirio, istituzione della scena musicale andalusa e personaggio alquanto bizzarro nonché singolare, all’Emilia di paranoica memoria. Rocio Rico Romero salta, ma stando ben attenta a non sprofondare nel buio. È la luce a tenere unita la sua anima, a impreziosire la sua musica, il suo canto, il suo voler restare libera. Al di fuori degli schemi. “Roca basica” è compendio di elettronica gentile, canzoni eteree, pop sognante. Che messo così sarebbe nulla, o comunque pochino, se a reggere l’impalcatura non ci fosse una voce ipnotica, e dalla forte personalità, come quella di Romero.

L’inverno evocato in “Soplo de nube” spiega già molte cose: la complicità della sei corde elettrica, le leggerezze assortite, le melodie morbide. Che si ritrovano in “Dèjame”, nelle semiacustiche “Isabel” e “Eje de angeles”, nella malinconica “Tiempo”. “Por el parque de la luna” (cantata in italiano, come “Sono fragile”) ricorda certe cose di Cristina Donà, i vocalizzi di “Andalucia” si indirizzano verso percorsi “altri”, tanto da poterli definirli meditativi, mentre la conclusiva “Punto y seguido” devia verso canoni maggiormente classici. Mezz’ora abbondante di musica esaltata dal calore dei suoni, dai loro impasti pressoché perfetti, sempre in equilibrio tra la presenza non ingombrante del computer e certe pulsazioni flamenco (innegabili punti di contatto con la già citata Martirio), che ogni tanto provano a fare capolino. Un gran bel disco, se ancora non si era capito. 

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