Secondo comunicato, quest'album è stato “cantato scritto e composto dall'artista appositamente per i giovani”. Di più: è “vietato ai maggiori di 23 anni e ai minori di 18”. Quindi io sono di parecchio fuori target, e sarà per questo che non colgo il senso del tutto, perché cosa ne voglio sapere, io che sono un'anziana, della musica che piace ai giovani? Niente, evidentemente, infatti ero convinta che i giovani (chiedo scusa se abuserò del termine “giovani” nel corso della recensione) ascoltassero il rap e Lo stato sociale, e invece no: un album cantato scritto e composto appositamente per i giovani deve essere un album di pop-rock tamarro che al confronto i Modà sono dei professori emeriti di Oxford, un bel misto, con voce doverosamente trascinata, di Vasco, Ligabue, Negramaro, insomma i cantanti rock che piacciono ai giovani fra i 18 e i 23 anni. Che poi si sa che a quell'età i giovani sono sempre un po' incazzati ma anche spesso innamorati, per cui i testi devono rispecchiare questi giovani stati d'animo, ecco dunque che l'album per i giovani alterna sapientemente la trasgressione del turpiloquio (“Perché sono un ragazzo tu ci hai rotto il cazzo”) e la dolcezza di dichiarazioni - affidate a un (trottolino) amoroso duetto con voce femminile - come “sei tutto quanto il mondo compreso l'universo, sei un mare in pieno centro dove io mi tuffo dentro direttamente dal balcone”. Perché i giovani praticano il balconing, giusto? Ma non era una moda di qualche anno fa? Allora mi consolo, forse non sono la sola qui a non sapere ciò che piace ai giovani fra i 18 e i 23 anni. Anche perché Michele Di Giacomo, proprio come la sottoscritta, diciott'anni ce li aveva nello scorso millennio.
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