Fulvio Laudiero
Unplugged songs 2015 - Cantautoriale, Strumentale, Acustico

Unplugged songs

Un'essenzialitĂ  ovattata e sognante

Se pensate che la frase “A volte non è necessario gridare per farsi ascoltare dagli altri” sia una gran cavolata dovreste in parte ricredervi, o almeno dovreste ascoltare questo disco. L'apertura strumentale “Sweety Sgnacchy”, delicata ed introspettiva rivisitazione di un attimo prezioso, è esattamente ciò che ci si aspetta da un lavoro intitolato “Unplugged Songs”. Il mondo sonoro è quello dell'essenzialità ovattata e sognante dei Kings of Convenience, rielaborato però in chiave mediterranea e cantautorale. La linea onirica prende ulteriore forza su “Ciao come va” dopo un primo accenno di voce: una semplice domanda rivolta come una carezza velata di ricordi. “Arpeggio per A.”, altro microcosmo strumentale, è un gesto d'amore rivolto ad una persona misteriosa, mentre “Il volo della falena” è simulato dalle corde della chitarra che ne seguono gli impercettibili movimenti. In “Ho perso il conto” c'è un accenno di polemica che dissolve moderatamente la tranquillità percepita fino al brano precedente; mentre “Perdendosi tra le nuvole”, un minuto e 53 secondi di tasti sfiorati, porta un ultimo saluto sussurrato.
L'unica pecca di questo album è da rilevare nelle piccole imperfezioni dell'autoproduzione: seguito nella maniera adeguata il suono di Laudiero potrebbe ancora migliorare.

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