Filarmonica Municipale LaCrisi
Sento cadere qualcosa 2015 - Psichedelia, Pop

Sento cadere qualcosa

Un caos consapevole e perfettamente organizzato, fra cantautorato e psichedelia.

Esordisco con un pensiero personale e in quanto tale opinabilissimo, ma ho una buona ragione per esprimerlo: il pensiero è che il nome Filarmonica eccetera fa subito boccia di vino scadente e musica etno-balkan-equosolidale, mentre la ragione è rassicurare quelli che all'idea di un ensemble di bonghisti che coltivano erba leggendo Garcia Marquez vengono colti da un attacco letale di orticaria: nonostante il nome infatti, la Filarmonica non fa quel genere di musica, non qui almeno.
In compenso, fa un sacco di altri generi, tanto che potremmo parlare di melting-pot - e lo faremo, tanto ormai i fantasmi del fricchettonismo che tale termine evoca se pronunciato in ambito musicale li abbiamo già esorcizzati – e perfino di progressive. Altra parola spaventosa, è vero, ma di nuovo vi invito a mantenere la calma: se prog è, è molto sui generis, nessuna suite sugli hobbit da 47 minuti per clavicembalo e ciaramella, “solo” 16 canzoni che stranamente non sembrano così tante – anzi, si ascoltano tutte di fila senza causare stanchezza, probabilmente perché riescono a creare quel senso di attesa suggerito dal titolo (preso da una raccolta di poesie di Natan Zach).
Un'atmosfera sospesa che pervade tutto l'album e che ti fa stare lì ad ascoltare attento, proprio come quando senti (ac)cadere qualcosa e non capisci cos'è, è cantautorato? Psichedelia? Alt-pop? Viene dagli anni settanta o dai novanta? Soprattutto, questo insieme di suoni indistinti che non capisci da dove e da quando arrivano, questo sentimento di attesa, significheranno catastrofica confusione o fostoso caos organizzato? La seconda, direi: un caos di ascolti e suoni in bilico che non cadono mai, perché a reggerli ci sono sapienza, cuore, ricerca e buona produzione.

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