Litfiba
Infinito 1999 - Rock, Pop

Infinito

Da due anni a questa parte è diventato problematico recensire ogni nuova fatica del duo Pelù/Renzulli, sia per la mole di dischi pubblicati, tra live, antologie e album ufficiali, ma anche e soprattutto per la qualità (?) dei loro lavori.

A un anno dal terzo millennio ci propinano un disco sul tempo, una delle dimensioni su cui ancora non avevano trovato l'ispirazione e ora, per sfortuna nostra, qualcuno ha voluto che "Infinito" venisse pubblicato inondando l'etere radiofonico e quello televisivo; suppongo che alla Emi abbiano dovuto disporre di un notevole budget per quest'album, non tanto per stipendiare gli artisti intervenuti, ma per garantirsi delle recensioni un minimo positive sui vari giornali.

Perché ci vuole coraggio, sangue freddo e l'assunzione di chissà quale droga per parlare bene dell'ottavo (ho contato bene?) disco in studio della band fiorentina; se già con "Mondi sommersi" vi avevano derubato, è meglio avvertirvi fin da subito che i 38 sacchini li potete destinare a qualche gruppo che con meno mezzi tecnici e molto più cuore riesce a sfornare non solo più canzoni (il disco incriminato ne contiene 9 per meno di 40' di musica: una vera truffa!), ma anche un prodotto migliore nel complesso.

Per farla breve "Infinito" è un album che non merita recensioni, perché non merita di essere ascoltato! Vi è mai capitato di sentire, per puro caso, "Il mio corpo che cambia"? La voce di Pelù non sembra simile a quella di Zerozen? Il fischietto iniziale è da dimenticare e quelle trombe nel finale la dicono lunga sulle presunte ispirazioni dei toscani (qualcuno suggeriva Belle & Sebastian). E poi il duetto con Mara Redeghieri (vocalist degli Ustmamo) su "Sexydream" è tutto un programma: titolo migliore per rappresentare il vuoto di idee di questi Litfiba non poteva esserci!

Ribadisco, come ho già fatto in altre occasioni, che non si tratta di essere coerenti o meno, siccome da qualche parte ho letto che "la coerenza è l'impotenza di migliorarsi"; il vero problema sta nel riuscire a capire cosa ha portato Pelù & Renzulli a finire in questo vicolo cieco. Non so se compatirli o dargli addosso, se consigliarli una cura intensiva in qualche reparto di psichiatria o mandarli anzitempo in pensione.

Ecco, forse questa è la soluzione ideale: fatevi da parte e lasciate spazio alle nuove leve, sperando che destiniate parte della vostra liquidazione a progetti molto più interessanti delle vostre 'presunte' opere d'arte.

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