Bleeding Jasmine
Breath after the apnœa2015 - Rock, Alternativo, Britpop

Breath after the apnœa

Buone basi da esplorare con i Bleeding Jasmine

I riverbi vividi di fine anni '80, raccolgono il sound dell'ep "Breath After the Apnœa" su una solida base di un cantato che a tratti si appoggia sui registri di Neil Tennant. L’ottima pronuncia in inglese trova più naturalezza nelle interpretazioni più "emotional" del pop anni '80, rispetto al quanto più futile parossismo recitativo urlato, tipico delle band hard-rock di quel tempo.

Sensazioni velatamente malinconiche, provengono dagli arrangiamenti dei Bleeding Jasmine, dove affiorano con un tono più british nel brano di "Chains Until Dawn". Gli ammiccamenti vocali addolciscono la buona riuscita del pezzo, segnato da una linea di basso ben marcata e da suoni sempre molto definiti; un segno distintivo di una produzione molto accentuata nella compressione degli strumenti, senza però appesantirne l'ascolto.

Finale meno incisivo per il trio torinese, ma non per questo privo di idee, grazie al salire delle chittare più pulite del pop di “Lights from the Underground”, poi scalzate dal brano più ruvido e tortuoso “The Little Black Boy (Part III)”. Brani che vanno a chiudere un ep suonato da bravi musicisti, capaci di comporre materiale interessante in prospettiva di un lavoro più decisivo e ancora più interessante.

 

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