Il quartetto trevigiano, guidato dal cantante e talentuoso armonicista Riccardo Grosso, vive il blues come una missione e lo interpreta con passione e rispetto per la tradizione. Per questo, come per il primo lavoro, sceglie di registrare live e senza sovraincisioni o correzioni in fase di produzione, per meglio catturare l’istante, l’energia, l’espressione istantanea, perfino le eventuali sbavature.
In questa seconda opera, testimonianza del concerto tenuto nel dicembre del 2014 presso il Teatro del Pane della loro città, la band presenta undici brani, tre dei quali parte del loro repertorio originale. Ma anche la scelta delle reinterpretazioni, ricercate quando non addirittura oscure, dimostra la padronanza in materia di Grosso & soci: non solo Chuck Berry (“Nadine”), Little Walter (una bellissima “Mellow Down Easy” con un selvaggio assolo di armonica e la jam finale) e Willie Dixon (la languida “The Same Thing”), ma anche materiale da cultori del genere, come Rick Estrin (il funky-blues di “A Ton Of Money”), Charlie Musselwhite (“Church is Out”), Kim Wilson e Steve Jordan (il brano d’apertura “I Can’t Win”), Tom Waits (le tenebre di “Jockey Full of Bourbon”) e lo strumentale “Tenth Avenue Tango”, addirittura tratto da un album del 1989 dell’attore Bruce Willis.
All’altezza anche i brani originali, dalle sinuosità di “Dog Me Down” (oh, la musica del diavolo!) e “N.W.O.” fino al funky groove conclusivo di “Walk Away From Me”.
Un ottimo disco per la Riccardo Grosso Band, maturo, personale, sensuale, irregolare e ruvido: perché il blues deve esserlo, come la vita.
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