La musica dei Quai Du Noise è romantica e crepuscolare. “Wandering Gliders” sembra Apparat: suoni morbidi e una cassa cupa e leggera, come un cuore che pulsa all’unisono con la melodia. “Mainland” ha il beat lieve e il feeling emotivo dei Telefon Tel Aviv, in una sorta di post rock electro che funziona bene, un chillout dolce e trasognato da vento fresco autunnale. “Luff” scalda le tastiere e prova ad alzare il livello con un crescendo iniziale ossessivo, tipo un The Field già ben carburato e con poco tempo da perdere. Poi la tensione cala e il pezzo si assesta in un synth pop squadrato e cibernetico.
“Echo Sounder” è un bel lavoro di elettronica d’accompagnamento, quella che ti va di ascoltare quando ci si sente braccati dal futuro e si contano gli istanti necessari per rimandare ogni decisione. Hanno uno stile bello, i Quai Du Noise. Forse non particolarmente incisivo, nel senso che mancano ancora i picchi in grado di spezzare il discorso e innalzare le aspettative. Ma le tracce sono molto piacevoli e alle orecchie più sensibili sanno raccontare le storie giuste al momento giusto.
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