Ci eravamo lasciati ad ottobre dello scorso anno con un primo assaggio di "Star of the East", ovvero l'odierna traccia di apertura "Delicate Mind". Affermavamo di non poter scommettere su cosa ci avrebbero proposto in futuro i Cosmic Bloom, ma adesso che il momento è arrivato, e così anche il loro nuovo lavoro, possiamo dire di averci visto giusto. Il sound della band è solido e maturo, di base certamente folk, ma con continue e inaspettate sfaccettature interessanti, come succede con gli echi orientali e arabeggianti, a tratti psichedelici, di "Colors", "Prayer on the River Side", "Brahmya" e "Missing Mass", oppure in "Trained By Light", dove l'acustica viene suonata avidamente, in contrasto con una presenza femminile delicata e lieve, sorretta a sua volta da un violino fiero, per non parlare poi delle atmosfere così retrò e flower power -definite così dalla band stessa- di "Scarlet".
La chitarra è, quasi superfluo dirlo, sempre in prima linea a fare da colonna portante a tutto ciò che è contorno sì, ma parte integrante e fondamentale, anche se i brani funzionano allo stesso modo con le loro vesti più spoglie e semplici, come accade in "Deeper Phase". Il suono di tutto il disco risulta impavido e sicuro di sé, oltre che originale, e se la stella dell'Oriente è quella che i Cosmic Bloom stanno inseguendo, direi che è quella giusta. Ci eravamo quindi lasciati con un punto interrogativo, è vero, ma adesso ci ritroviamo con una bella sorpresa. Ottimo lavoro, perciò.
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