R.Y.F.
Love Songs for Freaks & Dead Souls 2016 - Cantautoriale, Dark, Slow-core

Love Songs for Freaks & Dead Souls
26/03/2016 - 09:55 Scritto da Giuseppe Catani

Francesca Morello disegna traiettorie inquiete ed entra a gamba tesa sul buonismo imperante.

R.Y.F. sta per Restless Yellow Flowers. Più che un acronimo, un biglietto da visita. Esibito da Francesca Morello ogni qualvolta imbraccia una chitarra e decide di avvicinarsi a un microfono. “Love songs for freaks & lost souls”, il secondo album della musicista ravennate, è un pugno nello stomaco, l’opera di un’artista irrequieta, nervosa, tormentata, senza pace. Attraversata da nove canzoni ridotte al minimo ma di sicuro impatto, ricche di intensità, di pathos, secche, coinvolgenti.

Sei corde elettriche, ugola e qualche sovraincisione di contorno: non si va oltre questi pochi ma decisivi elementi. Tranquilli, è slowcore, è il minimalismo che trionfa, è l’essenzialità che diventa sinonimo di bellezza. E poi Francesca ha una voce pazzesca, parte essenziale del tutto, un elemento quasi destabilizzante. Che si insinua tra atmosfere dark, distorsioni acide, arpeggi agitati, accenni di origine noise (“iMonster”), tra testi rabbiosi (“I hate when I’m afraid of this wicked world, when I put myself in a hole and I dig that hole alone scratching earth ’till I’m done”) affollati da mostri da esorcizzare, piogge purificatrici, amore, amicizia, paure, alcool.

R.Y.F. gioca la sua partita da sola, si trova bene quando entra a gamba tesa sul buonismo imperante tanto da riuscire persino a compiacersene. E preferisce rigare dritta per la sua strada, incurante del fatto che “Love songs for freaks & lost souls” rimarrà un disco di nicchia. In compenso avrà dalla sua i reduci della X-generation e l’intransigenza di chi tenta di aprire una porta con il tasto sbagliato. Troppo poco? A ben vedere, forse no. O, almeno, è quel che ci auguriamo.

 

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.