L’elettronica domestica made in Italy può da oggi annoverare un nuovo affiliato che si accoda alla già nutritissima schiera di “smanettoni” solitari con la passione per le alchimie sintetiche da cameretta: un laptop, un paio di sintetizzatori analogici, un microfono multitraccia per i field recordings, qualche buon software di appoggio e un’immancabile chitarrina d’atmosfera sono più che sufficienti per assecondare la più classica delle urgenze creative.
Il producer milanese A Safe Shelter, aka Simone Zagari, dopo una serie di collaborazioni volanti (rimarchevole il suo contributo all’esordio di Omake) si regala 6 composizioni di elettronica cangiante a predominante vocazione ambientale. Se il climax contemplativo/esistenziale è delineato dal minimalismo cosmico à la Brian Eno di “Paralysis” le altre tracce oscillano tra dancefloor filiforme in odor di IDM (“Voices”), ricercata house celebrale (“Away”) e una gran voglia di perdizione onirica e contaminazione spazio-temporale (le tre parti della suite “Divenire”, sapientemente suddivise tra arcane atmosfere sakamotiane, tribalismi hip-hop e visioni droniche).
Più che nell’anticamera di un moderato sperimentalismo siamo dalle parti di un oculato derivativismo, ritagliato su misura per innescare i provvidenziali viaggi mentali del caso.
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