Zizzetope
Hot (Need a pomp) 2004 - Rock

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Considerando il fatto che tra le cinque tracce del CD ci sono ben tre inutili remix che ci ripropongono i primi due brani iniziali in chiave pseudo-danzereccia non ci resta che focalizzare l’attenzione, appunto, sulle due canzoni d’apertura così come mamma le ha fatte, senza fronzoli e diavolerie sintetiche d’accompagnamento. Francamente non è che ci sia molto da dire, artisticamente parlando, se non che questo CD sia stato curiosamente partorito on-line dalla mente goliardica e giocherellona di un gruppo d’amici musicisti - appassionati di chitarre elettriche e assidui frequentatori del newsgroup it.arti.musica.strumenti.chitarra - alla ricerca di un ricordo sonoro che potesse rallegrare le serate alcoliche in compagnia o quantomeno tramandare a figli e nipoti la testimonianza di un passato da “rockstar sognate” (come del resto gli stessi protagonisti tengono a sottolineare, con un grottesco inglese/gramelot che di seguito vi traduco, all’interno della cover: “durante la nostra vita abbiamo sognato solamente una cosa: essere delle rockstar. Non lo siamo ma il sogno continua”).

Come ho accennato poc’anzi la particolarità del progetto sta nel fatto che l’intero CD è stato concepito e generato esclusivamente sul web mediante scambio di basi e sovraincisioni in mp3, con successivi mixaggio e sincronizzazione a distanza, senza pertanto – e si sente – l’affiatamento e la complicità fisica dei musicisti coinvolti. Ma non è tanto la forma a penalizzare il lavoro quanto la sostanza e i contenuti: la prima traccia “Hot (I need a little pomp)” è un agglomerato (scherzoso?) di luoghi comuni sull’hard-glam-rock - dall’intro con motori rombanti, ai grassi riff di chitarra simil AC/DC e cori alla Motley Crue - con un cantato volutamente demenziale e pur tuttavia banale con quel suo inglese coatto (“I see you on the spiagg with the zizze at the wind…”) mentre la traccia a seguire - “Figlio del suono” - è una ballatona anemica stile “rockers italiani con stivali a punta”, dal prevedibile cambio di testimone tra chitarra acustica ed elettrica fino all’assolone finale.

Sì è vero, resta innegabile la natura demenziale e scherzosa dell’intero progetto – basta leggere i testi, le didascalie del booklet, godersi i piccoli intermezzi comici parlati all’interno delle canzoni o soffermarsi appena sul nome stesso della band, visibile caricatura di ZZ Top – ma è a livello musicale che rimaniamo un po’ spiazzati nel momento in cui, col beneficio del dubbio, non riusciamo a capire bene quando gli Zizzetope stiano spassosamente citando la musica d’altri o stiano suonando, senza un barlume d’originalità, la loro.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.