Delicatezza, ritmo, grazia, danza, nostalgia. Non potrebbe che risiedere in un'ordinata serie di aggettivi qualitativi la musica di Safir Nòu. A sintesi dell'album basta approcciarsi ai primi secondi di "Imaginary Cloud", è tutto lì. Tra le nuvole, il reale che diventa immateriale, effimero, sfuggente. Più procede il disco, e più si carpisce l'evoluzione della musica, come in una crescita perpetua, alla ricerca della perfezione.
"Groundless" è un disco che dall'inizio alla fine impone il suo tempo lieve e arriva a trasmetterci una sensazione di pace e tranquillità, attraverso armonie costanti, che danno fiducia e ci guidano lungo un sentiero che percorriamo con grande gioia, sicurezza e serenità. "Groundless" è un disco che interpreta sapientemente il concetto di "grazia" intesa come articolazione di una delicatezza che rasenta l'eccezionale. Non è una musica semplice, anzi, la grazia sta tutta nella ricercatezza dei piccoli particolari, siano essi tocchi di vibrafono o arpeggi di chitarra appena appena accennati. Danza. È un'altra delle tante sensazioni che non possono non venire in mente ascoltando questi brani. Non nel senso volgare del termine però: quella che Groundless sprigiona è una danza armonica, perpetua, sensuale, incantevole. E infine la nostalgia. Quella di un mondo perduto, diverso, ma le cui ceneri si intrecciano e si confondono con le nostre radici.
Impossibile non narrare questo disco partendo dagli aggettivi, dalle suggestioni. A suggerirli sono le musiche, immensamente cariche di pathos, di Antonio Firinu, brillante compositore e musicista sardo, che grazie anche a svariate collaborazioni con musicisti di spessore, riesce con il suo "Groundless" a creare ed a plasmare l'emozione. Un album che si fa gemma preziosa, da godersi intimamente, al quale concedersi senza esitazione.
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