THE SOMNAMBULIST
Unbegotten 2016 - Psichedelia, Alternativo, Pop rock

Unbegotten

Unbegotten, da Berlino l'ostico richiamo del progressive

I Somnambulist si distinguono sin dalla prima esecuzione con "The Slowing Clock" per le trasfigurazioni funk di Frank Zappa assieme al singolare mixaggio della voce doppiata in fase di registrazione. Un timbro cavernicolo che se in apparenza è legato al mondo del metal e dello stoner rock, in realtà va a sovrapporsi a un crocevia d'inquietudine creativa di progressive rock e jazz, immedesimandosi in chiave più soft nelle atmosfere dei Tool.

Mai come nei Somnambulist, la batteria finisce per essere l’elemento cardine del disco. Da qui arrivano lezioni di dinamica e tecnica, capaci di scandire e vagare nei generi con una buona disinvoltura, provocando una rincorsa frenetica della voce nell’evoluzione dei pezzi.

Nella traccia più riuscita dell’ep, l'arpeggio angosciato di chitarra in "Unbegotten" fa da contraltare alla disinvoltura del piano ben adagiato sull'apertura dei cori, avvolgendo così il tema musicale in un'aurea di oscurità e misticità, degna di un film di paura.

Grazie ad una marcata identità, convince più di tutti l’equilibrio raggiunto dalla band, che con un tocco d'imprevedibilità copre spazi e pause senza che siano invasi da inutili distorsioni, per un sound tuttavia abbastanza difficoltoso. Un’identità ben definita che porta il gruppo di base a Berlino a comporre strutture meno convenzionali al semplice formato canzone, dove serietà e dedizione musicale sono le qualità principali di "Unbegotten".

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