Dottorconti
Il fantasma di Violetta 2004 - Cantautoriale, Lo-Fi, Pop punk

Il fantasma di Violetta

Poco sappiamo del sedicente Dottorconti. A dire il vero, praticamente nulla, a parte il fatto che “Il fantasma di Violetta” suona maledettamente bene, con quel suo cantautorato lo-fi fatto di suoni semplici e sghembi, quei testi ironici e ricercati, quella voce strascicata, che offrono al dischetto una visione di insieme molto più che interessante.

A tratti spunta Bugo (“Adige”, “Puttane”), in altri il cosiddetto alt-country (“La dea del weekend”, con tanto di ricordi adolescenziali), mentre nella conclusiva “Nel buio” sembra che qualcuno abbia tirato in mezzo Marc Ribot. E poi (soprattutto) tante belle cose in bassa fedeltà (la splendida “Chi non dorme”, il picco più alto del cd-r), senz’altro la parte migliore del dischetto, capace di rimettere in pace con il mondo anche la persona più pessimista riguardo i destini dell’italico underground.

Qualche cosa, alla fine, sfugge al controllo e c’è qualche momento di noia (“Trincee”, nonostante la serietà del testo, dedicato al macello della prima guerra mondiale) e anche un tentativo di concessione al mainstream (“Carte”, con la voce di Veronica Marchi, è ai limiti del ruffiano). Ma non possiamo lamentarcene più di tanto.

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